Lunedì, 19 Maggio, 2025

CINA


La Cina, con il suo miliardo, 341 milioni e 900 mila abitanti, è il paese più popoloso del mondo. La lingua cinese, di conseguenza, è una delle lingue più parlate del pianeta ed una delle più complesse: questa lingua, infatti, è logografica (ogni carattere corrisponde ad una sillaba) e perciò non possiede un alfabeto. Dal 1913 il Mandarino, uno degli oltre 750 dialetti comprendente oltre 47000 caratteri, è la lingua ufficiale del paese.

 

Dal 2009 il Liceo Machiavelli Capponi offre, tra i suoi progetti, un corso di cinese tenuto da insegnanti madrelingua che permette ad alunni, insegnanti e genitori di imparare le basi di una lingua tanto difficile quanto affascinante. Le lezioni si tengono una volta a settimana e hanno una durata media di un'ora e mezzo. Il corso culmina in un esame che permette agli studenti di ottenere una qualificazione e ad alcuni fortunati di usufruire di una borsa di studio e di frequentare le lezioni in Cina presso il campus universitario di Chongqing. Tale viaggio mi è stato raccontato da quattro studenti che hanno vinto la borsa di studio lo scorso anno.

 

I ragazzi sono rimasti complessivamente colpiti dalla occidentalizzazione di questo paese, spesso da noi creduto profondamente legato alle proprie origini. Per trovare un distacco più accentuato tra innovazione e tradizione bisogna recarsi nelle campagne, dove le usanze sono più integralmente rispettate. Nelle grandi città i negozianti si avvalgono di ogni mezzo pur di attirare l'attenzione di possibili clienti, anche se questo significa gridare a squarciagola le offerte del giorno. E' immensa la diseguaglianza tra ricchi e poveri, probabilmente molto più forte di quella che possiamo osservare in Italia. Vi è una profonda differenza tra i prezzi dei prodotti importati e di quelli locali, a causa degli ingenti prezzi di importazione: molto spesso i Cinesi preferiscono recarsi in Europa o negli Stati Uniti per acquistare tali merci, al fine di risparmiare. D'altro canto, è più conveniente per essi uscire in gruppo dalla Cina, data la minore difficoltà e il minor costo del visto collettivo rispetto a quello individuale, il quale richiede una documentazione che attesta che il richiedente ha un lavoro fisso, una casa di proprietà ed una famiglia in Cina. Per quanto riguarda l'alimentazione, la spesa rimane contenuta. Ma attenzione, non sperate di trovare piatti dal sapore delicato: la Cina vanta una cucina speziata e, molto spesso, smisuratamente piccante. La cucina Cinese è il risultato di una fusione tra arte culinaria e filosofia, segue il taoismo fondato sul principio del bilanciamento degli opposti. La gastronomia cinese tradizionale si fonda inoltre, sulla teoria taoista dei cinque elementi. Cinque sono i gusti dei cibi: amaro, acido, dolce, salato, piccante. Cinque sono le consistenze del cibo: croccante, liscia, sugosa, secca e morbida. Cinque sono le spezie (anice stellato, pepe Sichuan, semi di finocchio, cannella, chiodi di garofano) che compongono una miscela ampiamente usata in questa cucina. Cinque sono i nostri sensi: olfatto, vista, gusto, udito e tatto. Un incontro con la cucina Cinese, dunque, non può non sollecitare tutti i nostri sensi.

Nonostante il metodo di insegnamento si sia rivelato disordinato e nonostante la scarsa conoscenza dell'inglese da parte degli insegnanti, gli studenti si sono ritenuti soddisfatti dei loro risultati e delle nozioni che hanno acquisito durante il viaggio. L'università di Chongqing, nella quale hanno soggiornato, si è rivelata immensa: i quattro campus presenti avevano ognuno l'estensione del centro storico di Pisa. La tecnologia in cui la Cina investe si fonde perfettamente con la tradizionalità delle aree verdi dell'università. Il congiungersi di questi due elementi è quasi surreale.

L'igiene non si mostra come uno dei punto di forza dei Cinesi, così come il rispetto delle comuni norme salutistiche europee. Per quanto crudo possa sembrare, sputare a terra, ad esempio, è ben accetto, quale consuetudine del popolo Cinese. Quest'ultimo, però, può vantare una gentilezza e un'accoglienza non comuni.

Monumenti quali il museo delle tre gole di Chongqing espongono purtroppo principalmente riproduzioni, e ormai sono invasi da negozianti di souvenir. Le colonne di plastica di alcuni tempi buddisti sono solo alcuni degli esempi di cosa si sono trovati davanti gli studenti. Negli anni Settanta la necessita d'innovazione del popolo ha portato alla demolizione della maggior parte dei monumenti e alla ricostruzione di essi in chiave maggiormente contemporanea. Pechino vanta un maggior numero di monumenti originali.

 

Nel complesso, la Cina ha mostrato i suoi lati migliori e peggiori agli studenti, che hanno manifestato soddisfazione nei confronti di questa esperienza che li ha portati in un paese di cui, purtroppo, conosciamo solamente i tratti più superficiali e che, per quanto occidentalizzato, tiene la sua cultura stretta, quasi legata da un nastro intangibile, sigillata dal tempo.



Vorrei ringraziare Kleanthis Gissakis, Nadia Lila, Caterina Pali e Lydia Pozza per il tempo che mi hanno dedicato e le informazioni che mi hanno dato. Il vostro aiuto è stato fondamentale per scrivere questo articolo. Grazie infinite.

 

 

Alice Ottanelli