Una pura genilità che come tanti altri artisti non è stato apprezzato in vita poiché per la mentalità dei suoi contemporanei lui e le sue opere non rientravano nei parametri di normalità. Ma è un'artista di fama mondiale i quali dipinti sono sparsi per tutto il mondo; in Olanda ci sono ben tre musei con sue opere, primo tra tutti il Van Gogh museum con ben 900 dipinti, poi in Francia sia a Parigi che ad Arles. poi in Italia a Milano e Roma, a Londra, Monaco di Baviera, ma pure in Russia e negli Stati Uniti. In più dobbiamo contare anche le mostre itineranti per tutta Italia come a Vicenza e Napoli. Sono stati girati ben nove film su di lui: il primo è stato girato nel 1958, “Brama di vivere” con Kirk Douglas, tratto dallo spettacolare romanzo di Irvign Stone, e l'ultimo nel 2017, “loving vincent” un lungometraggio completamente composto da dipinti. Poi sono stati scritti tanti libri su di lui, uno dei più importanti è la raccolta delle lettere tra lui e il fratello Theo. Direi che il tempo ed una mentalità più aperta ci hanno aiutato ad apprezzarlo maggiormente. Ma perchè tanto interesse nei suoi confronti? Nasce a Groot Zundert il 30 marzo 1853 con da padre un pastore dalla mentalità chiusa e una madre che non lo avrebbe mai amato abbastanza. L'unico a cui riuscirà a confessare tutte le sue paure e le sue speranze sarà il fratello Theo che lo sosterrà sempre sia emotivamente che economicamente. Grazie a questo legame unico con il fratello, con il quale avrà un rapporto epistulare per tutta la vita, possiamo comprenderelo meglio. Lavorò fino al 1876 in una galleria d'arte ma si licenziò e andò a fare il predicatore nel Borinage, una misera regione mineraria del Belgio. Qui visse a stretto contatto con i minatori e decise di condurre una vita povera al loro pari ritenendo che per predicare a loro doveva vivere nel loro stesso modo. Diede tutto ciò che aveva a queste persone provando la loro stessa fame, il loro stesso dolore. Ma tal cosa non venne ben vista e venne allontanato da dei superiori e nel 1880 si trasferì a Bruxelles dove studiò anatomia e seguì corsi di disegno prospettico. Nel 1883 andò nel Barbante dove dipinse la dura vita dei contadini. Nel 1887 iniziò il complicato rapporto con Gaugain: un pittore che Van Gogh ammirò molto. Vincent per scappare dallo stress della metropoli si trasferisce nella luminosa e colorata Arles, che con la sua luce riuscirà ad illuminare un poco le sue giornate. Uno dei più grandi desideri di Van Gogh era di creare una comunità di artisti con i quali confrontarsi costantemente quindi creò la “casa gialla”, affinché tutti gli artisti ci potessero abitare. Finalmente nel 1888 Gaugain andò ad abitare nella casa gialla ma già dopo tre mesi scappò in seguito ad una lite. Il mito narra che poi Van Gogh si tagliò l'orecchio e glielo inviò. Nel 1889 venne ricoverato varie volte in ospedale per i suoi accessi di follia, per volere degli Arlesiani che avevano paura di lui, e a maggio decise lui stesso di farsi ricoverare nells clinica di Saint-Rèmy de Provance. Tornò al Nord ed andò ad Auvers. Il 27 luglio del 1890 si sparò al cuore in un campo. Morì due giorni dopo tra le braccia di Theo. La bara di Vincent venne ricoperta di girasoli, il suoi fiori preferiti.Era un uomo solitario e istintivo dai sentimenti forti e travolgenti. Possiamo notare l'istintività e il tormento nei suoi dipinti; un esempio può essere la notte stellata dove per l'ansia di rendere all'istante ciò che vedeva dipinse con tale forza che in alcune parti del dipinto ci sono dei grumi di colore. Potrebbe essere il solito bel semplice panorama ma in realtà è di natura molto più complessa: un paesaggio che potrebbe sembrare riconciliante in realtà mostra una luna che illumina poco rendendo comunque le forme poco distinguibili e distorte e le stelle che dovrebbero essere rassicuranti sembrano palle di fuoco.
La consapevolezza si essere incompreso, l'ansia di comprendere se stesso e il suo scopo nel mondo e sopratutto la solitudine lo portarono, in un primo momento, alla depressione, in un secondo momento giunse ad uno stato di alienazione mentale che gli procurava crisi nelle quali si estraniava dal mondo e perdeva il contatto con la realtà. Questo carattere complesso e problematico lo portava da momenti di profonda depressione a momenti di estasi pura. Non sapeva quale fosse lo scopo della sua vita, come il 90% dell'umanità, e quindi si interrogava su ciò e su come poter essere utile in qualcosa “ e il mio tormento è questo: in che cosa potrò riuscire, non potrei servire o riuscire utile in qulacosa e come potrei saperlo?”. Forse per questo adesso lo apprezzano in molti: si è posto domande che tutti ci poniamo. Si sentiva profondamente solo, infatti l'unico che lo amò fu il fratello, gli altri lo ritenevano strano e lui lo sapeva “ uno ha un grande fuoco nel suo cuore e nessuno viene mai a scaldarcisi vicino, e i passanti non vedono che un poco di fumo in cima al camino, e poi se ne vanno per la loro strada. E ora che fare, mantenere quel fuoco interno, attendere pazientemente eppur con tanta impazienza, attendere il momento in cui qualcuno vorrà sedersi davanti , e magari fermarsi?”
Maria Giulia Baduardi